Analemma di Vitruvio

Vitruvio nel libro IX della sua opera “De Architectura“, descrive l’analemma, come metodo per la costruzione di orologi solari. Il rapporto della lunghezza dell’ombra di uno gnomone e la sua ombra equinoziale è di fondamentale importanza per l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano del quadrante solare. Il rapporto della lunghezza dell’ombra equinoziale e lo gnomone nell’istante del transito sul meridiano locale, è diverso per ogni città della terra.

“Una volta che questo sarà stato disegnato e messo a punto, le linee orarie calcolate e tracciate sulla base degli analemmi andranno proiettate sul piano orizzontale, utilizzando o linee invernali o quelle estive o quelle equinoziali o anche quelle dei mesi. In queste proiezioni si presenta una grande varietà, il che significa molti tipi di orologi: essi vengono disegnati grazie a questi procedimenti tecnici. Ma il risultato di tutte queste rappresentazioni grafiche è sempre lo stesso, la divisione, cioè, del giorno, tanto all’equinozio quanto al solstizio d’inverno e a quello d’estate in dodici parti uguali.”

...Vitruvio interrompe la trattazione relativa alla gnomonica “per non annoiare il lettore”, però di fatto impedisce la possibilità di costruire un orologio solare (erroneamente detto meridiana).

"Farò bensì palese da chi sono state ritrovate le diverse spezie, e forme di orologi, giacche no ne posso io inventarne dei nuovi, e neppure si conviene di pubblicare le cose d’altri per proprie. Dirò dunque di quelle, che sono state a noi insegnate e da chi siano state ritrovate"

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